Saturday, April 11, 2009

Lettera di un padre di un detenuto italiano all’estero

Caro Max, come al solito grazie, colgo al volo la tua richiesta e vado al dunque, anche se tu conosci perfettamente la mia storia, come tanti concittadini che ti seguono e che hanno imparato così la storia di Angelo ma meglio sarebbe la storia dei tanti cittadini Italiani dimenticati, ossia la lotta che sto portando avanti da ben 2 anni per Angelo mio figlio detenuto in India, ingiustamente e contro ogni logica del Diritto Internazionale e della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo ....

Nel rendiconto di Amnesty International 2008 al paragrafo RENDITION si fa riferimento a Abou El Kassim Britel (cittadino Italiano arrestato in Pakistan nel 2002 e tuttora imprigionato in Marocco) che è uno dei circa 3000 cittadini Italiani detenuti nel mondo e per i quali mi batto per quello che posso e riesco, ....

La vita umana conta poco. Procediamo con ordine, sono stati 2 anni il 9 marzo u.s. che porto avanti questa battaglia nel cercare di far emergere quanto succede ai circa 3000 cittadini Italiani detenuti nel mondo a vario titolo, s’intende fra questi la stragrande maggioranza sono residenti in quei paesi dove detenuti e anche rei confessi, ma c’è anche gente come mio figlio Falcone Angelo, 27enne al momento dell’arresto, incensurato, al suo primo viaggio per turismo all’estero, trovatosi proiettato suo malgrado in una storia irreale che mai avrebbe potuto immagine gli succedesse, roba da film tipo “fuga di mezzanotte” tutta la sua storia sul blog da me tenuto http://giovannifalcone.blogspot.com .
Ma in breve, Angelo e il suo amico italiano arrestato con lui, alloggiavano a pagamento in una casa privata, pochi euro al giorno per pensione completa, la sera intenti ad andare a letto la polizia fa irruzione sottoponendo tutti a perquisizione personale e degli effetti personali senza rinvenire nulla, portati in caserma e trattenuti per circa 24 ore in assenza di un avvocato e interprete, costretti con modi coercitivi a firmare una dichiarazione in lingua Indi preparata dalla sola polizia e in assenza dei ragazzi, dichiarazione dalla quale risulta tutto l’incontrario e a causa della quale sono stati poi condannati, .....
Nulla e nessuno può immaginare la loro e nostra sofferenza per quanto, loro costretti in condizioni, rispetto alla nostra cultura e modi di vita, disumane, infatti da subito hanno contratto l’epatite virale e infezioni di ogni genere, è dimagrito tantissimo, per ultimo ha avuto grossissime difficoltà di deambulazioni dovute a problemi ai menischi e tanto altro ancora, costretti a dormire per terra e lavarsi tutti insieme ad una fontana nel cortile. Noi a casa a combattere con problemi di ogni genere, dalle nostre Autorità Consolari, alle Autorità Indiane, basti pensare chi oggi sono oltre 5 mesi che ci vietano colloqui telefonici con Angelo, dicono che le loro Leggi lo vietano, pensate è stato condannato a 10 anni duro carcere e non sappiamo quando potremo e se potremo almeno parlarci. Ma ancora da affrontare i seri problemi con gli avvocati del posto, la lingua straniera, e tantissimo ancora e per tutto questo sei lasciato solo con te stesso, a quello che riesci e puoi fare se ne hai le capacità e i mezzi economici che vi giuro sono incertissimi, parliamo di decine e decine migliaia di euro, c’è gente ridotta al lastrico senza per altro poter intravedere la fine di tutto.
Le nostre Autorità tutte che con indifferenza totale nulla fa, i giornali, le TV che assolutamente non si degnano mai di aprire questo capitolo, siamo gente abbandonata, .......
...... e dei detenuti all’estero che paghiamo regolarmente le tasse allo Stato Italia e a noi neanche un centesimo. Ecco questo è quello che ci succede, ma non è tutto perché .... siamo del tutto abbandonati anche dalla cara Chiesa, io personalmente sto portando avanti anche questa lotta e lo potete desumere dagli articoli del mio blog.
Cari concittadini all’estero, non vorrei per questo allarmarvi, ma questa è la realtà, so che in tanti politici visitano gli Italiani residenti all’estero, ma mi chiedo e chiedo a voi, è mai andato qualcuno a bussare alla porta di un carcere straniero per visitare un nostro cittadino? solo qualcuno e per poco, ma anche solo in un ospedale dove qualcuno è ricoverato in condizioni di abbandono?
Giovanni Falcone

(L’ amico Giovanni combatte da anni una battaglia per suo figlio, detenuto italiano all’estero. Si tratta di una tematica che riguarda anche noi cittadini italiani residenti all’estero, non foss’anche perche’ potremmo trovarci in una situazione simile a suo figlio. L’assenza di interventi delle istituzioni italiane e’ disarmante. Rimandiamo la palla al nostro Ministero degli Esteri).
Max Bono

4 comments:

  1. si tratta di un caso umano delicatissimo. E` impossibile immaginare il senso di smarrimento di un genitore che e` completamente impotente. L'impossibilita` di comunicare con il figlio per cosi` tanto tempo ha qualcosa di disumano, che nemmeno il criminale piu` pericoloso meriterebbe. Mi domando come sia possibile non ricevere alcun appoggio dalle autorita` consolari e dalle istituzioni italiane. Penso che si tratti di un vero e proprio caso di lesione del diritto alla difesa. Caro Giovanni, cosa hai gia` fatto per coinvolgere il Ministero degli Esteri? Non si potrebbe aprire una petizione e sensibilizzare quante piu` persone possibili a questa terribile vicenda?Come genitore, ti sono vicina. In bocca al lupo!

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  2. Caro Max,

    Vogliamo attivarci per un’iniziativa concreta?


    Questa problema dei detenuti all’estero riguarda necessariamente ogni nazionalita’.

    La sede appropriata di discussione potrebbe essere il G20 in programma alla Maddalena.


    Vogliamo mobilitarci perche venga presa in considerazione all’ordine del giorno una proposta per armonizzare efficacemente la legislazione riguardante il trattamento dei detenuti di nazionalita’ diversa da quella del paese dove vengono reclusi?


    Non spetta a noi stabilire i criteri tecnici per affrontare questa delicata materia, ma possiamo sicuramente lanciare una massiccia campagna perche’ questa questione venga seriamente trattata a livello internazionale.

    Le piu’ grandi conquiste in materia di Diritti umani sono state raggiunte proprio quando ci sono altri interessi preminenti in ballo.

    Qualcuno ha dei suggerimenti?


    Tra l’altro svuoteremmo anche buona parte delle carceri italiane

    Saluti a tutti

    Federica Polegri

    Australia

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  3. Cara Federica, l'idea e' buona, ma per portarla avanti o ci deve essere una presenza massiccia di persone che fanno una dimostrazione, oppure dei politici, che seriamente propongono delle innovazioni. Da quello che ho potuto appurare sino ad oggi tutti gli altri stati hanno attenzione per la detenzione all'estero dei concittadini e supportano le organizzazioni che se ne occupano seriamente. In Italia, l'unica organizzazione, che se ne occupa ufficialmente, mi spiego meglio, la prima che si occupa esclusivamente di detenzione oltre confine e' prigionieri del silenzio e nonostatne proposte che trovi sul sito http://www.prigionieridelsilenzio.it sulla sezione "chi siamo", nessuno si prende la briga di fare qualcosa di costruttivo, mancano i numeri...e questo e' vero in parte. Molti connazionali non vogliono rendere pubblica la loro condizione di detenzione e noi (dico noi, perche' io sono il presidente dell'associazione), nemmeno ai nostri casi "imponiamo" di rendere pubblica la situazione, perche' il nostro interesse e' aiutare non finire su un giornale con un caso piutosto che un altro. Il fatto di non voler essere pubblici e' colpa dell'italiano medio, che invece di andare al di la delle apparenze giudica senza conoscere, quindi la gente non vuole essere giudicata. C'e' un altro problema fondamentale, non si puo' scendere i n piazza a chiedere ...che cosa? L'applicazione della convenzione di straburgo? e dove dice che non viene applicata? Quella sarebbe tutta da riscrivere, perche' cosi come e' scritta, viene applicata.
    Sai, solo per farsi pubblicita' e parlare a vanvera, molti parlano di gatuito patrocinio, ma il gratuito patrocinio, cosi come e' concepito non puo' essere applicato all'estero, il metodo dovrebbe essere un altro. Certo piu' attenzione, ma attenzione a non chiedere poi cose che non sono applicabili.
    Spesso si parla di un numero a cui il detenuto puo' chiamare al momento dell'arresto, ma attenzione, in tutti i paesi c'e' il diritto di chiamare il proprio consolato e tutti i consolati hanno un numero di emergenza, a che serve quindi un call center? sarebbero risorse sprecate che non servirebbero se solo ci fosse piu' informazione. Non so sino a che punto una proposta a livello internazionale puo' avere forza, paesi come la spagna o l'inghilterrra ci risponderebbero: fatti vostri, noi i diritti li salvaguardiamo eccome". Il presidente Francese ci riporterebbe ad un articolo, mi sembra del corriere in cui dichiara che: il presidente francese e' andato, in un qualche paese (ndr) per riprendersi un concittadino accusato di violenza, mi sembra, il cui processo ai francesi sembrava iniquo, niente prove, e infine il presidente (che Dio lo benedica ndr) ha affermata "e comunque in ogni caso e' un FRANCESE", la Mertz (chissa se si scrive cosi'), qualche anno fa, forse meno, ando' di persona a riprendersi un tedesco accusato di stupro in turchia, perche' non c erano prove.....E invece in Italia, abbiamo ambasciata e ministero che mi ripetono: e' vero che il processo del Parlanti e' assurdo e le prove sono a sua discolpa, ma dovete fidarvi dell'avvocato (che ci sta derubando...aggiungo io)
    questa e' l'Italia, ed e' qui che qualcosa deve cambiare, con la stampa, che dovrebbe parlarne di piu' o meglio sempre e chiedere, facciamo le interrogazioni al governo pubbliche, quello che la gente si chiede:
    Angelo Falcone, perche' viene fatto dormire in terra?
    Perche' ci sono 18 poliziotti che dicono una cosa e la logica ne dice un altra?
    Giuseppe Ammirabile e' stato condannato a 56 anni per associazione mafiosa etc
    ora che e' stato riconosciuto che l'associazione mafiosa non c'e' perche' ancora e' in prigione?
    Carlo Parlanti ha dimostrato e il nostro conferno ha acconsentito che le prove portate contro di lui sono falsificate, quindi falso in tribunale, quindi reato, perche' chi ha commesso il reato contro di lui e' ancora libero e Carlo Parlati in prigione? E se le prove non sono false, perche' tre esperti che testimoniano che le prove sono false non sono accusati di falsa dichiarazione?
    cominciamo da noi, dall'italia, se non ci ascoltano gli italiani, che il problema lo hanno, come ci ascolteranno gli stranieri che il problema non lo hanno?

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  4. Cara Katia,



    Se condividi l’idea non puo’ essere impossibile promuoverla seriamente attraverso qualsiasi tipo di canale. E spiegare l’iniziativa in tutte le lingue!

    .

    Stabilire il traguardo dell’incontro dei G20, affinche’ si cominci a discutere seriamente di questa delicata questione, e’ importante.

    Ribadisco: la protezione di diritti umani si conquista in particolari momenti critici.



    Si puo’ provare a sollecitare l’adozione di criteri minimi garantiti, contando proprio sugli Stati piu’ virtuosi. Soprattutto perche’ certi criteri vengano affermati a condizione di reciprocita’.



    Soprattutto se mi dici che:

    1) la convenzione di Strasburgo andrebbe riscritta di sana pianta

    2) il gratuito patrocinio ‘non e’ applicabile all’estero’...cosi’ com’e’!

    3) i numeri di telefono per le emergenze dei consolati esistono. Ma quando lo impareresti a memoria? Sei in vacanza.

    Meglio, molto meglio un unico numero verde dovunque si sia nel mondo. Per l’assistenza di vario tipo.



    E’ un’iniziativa civile, coerente con la concezione di pena come strumento di correzione, rieducazione, piuttosto che punizione fine a se stessa. Perche’ e’ importante la familiarita’ dell’ambiente dove si sconta la pena.

    Oltre al fatto che scontare la pena altrove sottopone ad enormi sacrifici anche i familiari dei reclusi all’estero.



    E’ doveroso portare la questione a livello internazionale ma senza pubblicizzare casi individuali o di gruppo associativo.

    La questione e’ riuscire ad ottenere questo trasferimento dei detenuti non di far giudicare ad un milione e forse piu’ giudici/spettatori il loro stato e operato. Potrebbe avere effetto boomerang.



    Mentre riportare un cittadino detenuto all’estero e’ un’altro paio di maniche. Oltre a tutti quelli di cui possiamo francamente fare a meno rispedendoli al mittente.



    In fondo si tratta solo di sostenere l’iniziativa per far parlare i G20 di questo argomento nella speranza che colgano l’occasione per adottare tutti dei provvedimenti veramente applicabili perche’ a condizioni di assoluta reciprocita’.



    A presto

    Federica Polegri

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